Gli ospedali e i caduti austro-ungarici di Medea

2020.10.08. 07:00 :: GianfrancoSimonit

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Medea era uno di quei comuni della Monarchia Austro-Ungarica presso l’Isonzo i quali furono occupati subito dalle truppe italiane dopo l’entrata in guerra dell’Italia. La linea del Carso era a 10–15 chilometri a est, quindi nel villaggio si insediarono diversi ospedali militari, nei quali curavano sia feriti italiani che austro-ungarici. Quanti morirono negli ospedali furono sepolti nel cimitero militare locale. Si è riuscito a recuperare i dati di diversi militari austro-ungarici qua sepolti dalla Parrocchia del posto. – Testo di Gianfranco Simonit

 

Mappa di fine 1916 con l’indicazione del paese di Medea Mappa di fine 1916 con l’indicazione del paese di Medea

Anche Medea, come gli altri paesi dell’impero austroungarico, nel 1914 contribuì con un gran numero di uomini alla richiesta di soldati in età di leva per la mobilitazione generale, che da li a poco li vide partire per quella che poi diventò la grande carneficina della Grande Guerra. Molto concittadini furono “arruolati” nelle truppe imperiali ed inviati a combattere in Serbia, in Russia e successivamente nel 1915 persino sul fronte italiano.

Medea nel 1916 Medea nel 1916

Truppe austroungariche a Medea nel 1915 Truppe austroungariche a Medea nel 1915

Le truppe italiane entrarono nel territorio del Comune già il giorno 24 maggio 1915, essendo Medea poco distante dal vecchio confine che separava l’Impero degli Asburgo dal Regno d’Italia.

Fin dal maggio del 1915 Il colle di Medea ritorna ad assumere una posizione strategica grazie all’ampia vista del territorio circostante e soprattutto delle prime alture del fronte carsico. Su di esso posero i proprio punti di osservazione e comando persino Vittorio Emanuele III, Cadorna, Diaz ed il Duca d’Aosta.

Panorama dal colle di Medea, verso il Carso di San Martino e del San Michele Panorama dal colle di Medea, verso il Carso di San Martino e del San Michele

Il Re all'osservatorio sul colle di Medea Il Re all'osservatorio sul colle di Medea

Cadorna, Porro e D'Alessandro all'osservatorio sul colle di Medea Cadorna, Porro e D'Alessandro all'osservatorio sul colle di Medea

Qui si stabilirono, come negli altri vari paesi occupati a ridosso del fronte, dei centri logistici per le prime linee del fronte. Medea venne inoltre fortemente interessata dalla presenza di ospedali da campo in cui venivano portati coloro che subivano ferite sul vicino fronte del Carso. A Medea vennero posizionati gli ospedali da campo da 50 letti nr 91, nr 94, nr 95, nr 110 e da 100 letti il nr 009, nr 026 e il nr 060 che è quello che stazionò per il maggior tempo in paese con il 91 stanziato presso le attuali scuole, con le Sezioni di sanità nr 2 Savignano e Alessandria, nr 6 Bologna, nr 7 Ancona, nr 10 Napoli e Nr 12 Palermo.

Medea, l'ospedale 060 Medea, l'ospedale 060

Medea, l'ospedale 060 oggi Medea, l'ospedale 060 oggi

Medea, l'ingresso dell'ospedale 060 Medea, l'ingresso dell'ospedale 060

Medea, l'ingresso dell'ospedale 060 oggi Medea, l'ingresso dell'ospedale 060 oggi

Medea, l’ospedale 091 colpito Medea, l’ospedale 091 colpito

Medea, l’ospedale militare 091, oggi sede delle scuole elementari Medea, l’ospedale militare 091, oggi sede delle scuole elementari

Medea, ambulanza inglese Medea, ambulanza inglese

Medea, trincea nei pressi dell'ospedale 060 Medea, trincea nei pressi dell'ospedale 060

Medea, trincea nei pressi dell'ospedale 060 Medea, trincea nei pressi dell'ospedale 060

Dal diario di Piero Leoni, 30° reggimento Fanteria Pisa, “Sei mesi sul Carso”:

“10 febbraio: …Verso mezzogiorno mi decido, dietro insistenza anche del mio colonnello, a scendere all’infermeria di Sdraussina; ora con l’acqua cade anche un pò di nevischio. Dall’infermeria, visto che ho trentanove e mezzo di febbre, sono questa volta inviato all’ospedale di Medea, dove giungo verso le sette di sera, veramente sfinito.

Ospedaletto da campo N. 91 (Medea) 11 febbraio.

Finalmente ho un letto vero e una vera camera, con armadio, lavabo a specchio e una poltrona.

Alla mattina 39,2 di febbre e alla sera 38,9. Sto poco bene e sono come intontito, le tempie che martellano...”

Dal diario di Gregorio Soldani, capitano medico “Dal fronte del sangue e della pietà”.

28 luglio, a Medea. Sono partito alle 9 da Romans, salutando tutti. A Medea grande difficoltà a trovare una camera; finalmente ne trovo una che è una gabbia da canarini. E’ a principio della collina in casa di operai che paiono buona gente. Il capitano De Gregorio mi presenta il Direttore dello spedale 060 …. L’ospedale è brutto, l’armamentario deficiente, gli ammalati su brande, stanno peggio che a Romans; ve ne sono 140…. Fra il modo di curare i feriti a Romans e qui corre un abisso. Ve ne sono dei gravissimi, ma in genere sono meno gravi che a Romans …

Medea, l’ospedale 060, allacciatura dell’arteria ascellare Medea, l’ospedale 060, allacciatura dell’arteria ascellare

Medea, l’ospedale 060, doppia amputazione Medea, l’ospedale 060, doppia amputazione

29 luglio. Sono di guardia! A questa età! Nelle ore pomeridiane facciamo col maggiore alcune radiografie e scopriamo dei proiettili che toglierò domani. Persiste il mio malumore: il nuovo ambiente, la brutta camera, contribuiscono alla mia melanconia. Mi par di essere un signore caduto in miseria!

Medea, radioscopia presso l’ospedale 060 Medea, radioscopia presso l’ospedale 060

1 agosto. …Sono entrati 4 feriti, non molto gravi. E’ partito un soldato ungherese operato dal cap. Ferola. Non parlava che ungherese, ma così a gesti ci fece capire essere inorridito del San Michele e della nostra artiglieria. Sapeva dire due parole sole in italiano: “Andare Roma”. Per lui Roma era l’Italia, e l’Italia era la sicurezza di non tornare in trincea….

31 luglio. E’ entrato nel reparto un sottotenente di fanteria che si era fatto scoppiare in mano una bomba che credeva scarica ed aveva passato da parte a parte la mano stessa con rottura delle arcate palmari che ho dovuto faticosamente allacciare….

Medea, il reparto ufficiali dell’ospedale 060  Medea, il reparto ufficiali dell’ospedale 060

Medea, il reparto ufficiali dell’ospedale 060  Medea, il reparto ufficiali dell’ospedale 060

6 agosto. …Ieri sera tardi, verso le 9 ½ , sono andato con i miei compagni sul Ponte del Iudrio. Mai avevo visto uno spettacolo simile; i razzi austriaci illuminanti si incendiavano a centinaia, segno evidente che temevano un attacco da parte nostra….

Medea, il ponte sullo Judrio da dove Soldani vide i razzi illuminanti sul Carso Medea, il ponte sullo Judrio da dove Soldani vide i razzi illuminanti sul Carso

Medea, il ponte sullo Judrio da dove Soldani vide i razzi illuminanti sul Carso, oggi Medea, il ponte sullo Judrio da dove Soldani vide i razzi illuminanti sul Carso, oggi

9 agosto. …Medea tira fuori le bandiere italiane, ma per me più che d’Italia, sono li emblemi della paura! Stasera alla mensa stureremo delle bottiglie voglio fare un brindisi!…”

Novembre 1916, Medea imbandierata con il tricolore italiano Novembre 1916, Medea imbandierata con il tricolore italiano

A Medea furono ricoverati molti soldati austroungarici, molti di loro morirono in questi ospedali e furono sepolti nel cimitero militare di Medea e alcuni al cimitero militare di Versa. Qui di seguito vengono riportati i nomi di coloro che hanno lasciato una loro traccia nei vari archivi consultati:

1. Sold. 17 honved Tot János figlio di Ianos 1895 nato a Feherviz (Ungheria) morto il 31 .7.1916 osp. Campo 060 Medea. Fonte dati: El. Cad. s. cam. M.d.G. n° d’ordine 739, T. pag. 16.

Caporale Tόth János , m.kir. 17. Honvéd gyalogezred nato in Ungheria contea di Fejer di anni 21, morto il 31.07.1916 per ferita aperta e schiacciata sulla coscia destra da schegge di granata, infezione e ittero, all’ospedale da campo 060 di Medea, sepolto a Medea, Italia, figlio di Janos e Badaki Anna. fonte dei dati: Katona hőseink e Archivio di Storia Militare di Budapest (d’ora in poi: HL) 303/3303.

2. soldato Beyus Antol nato nel 1892 Zakamene (Ungheria) morto il 7.8.1916 osp. Campo 91 Medea. Fonte dati: El. Cad. s. cam. M.d.G. n° d’ordine 1522, B. pag. 32.

Bejus vagy Bajusz Antal, soldato m. kir. 15. honvéd gyalogezred, nato a Zákameneklin in Ungheria, contea di Árva, di anni 24, morto il 07.08.1916, prigioniero di guerra all’ospedale militare 91 di Medea, sepolto al cimitero militare di Medea. fonte dei dati: HL328/2936

3. sold. 43 fanteria Dragicsezku Luca nato nel 1879 Krassa (Boemia) morto il 11.10.16 osp. Campo 95 Medea. Fonte dati: El. Cad. s. cam. M.d.G. n° d’ordine 946, D. pag. 20.

Dragicseszku Lukács, fante, cs. és kir. 43. Gyalogezred, 3 plotone, nato a Bogoltény, Ungheria, contea Krassό-Szörény, di anni 34, morto il 11.10.1917, attacco di panico?, nell’ospedale militare 95 di Medea, distretto di Gorizia, lungomare, sepolto a Medea nel cimitero militare, di religione greco ortodossa. Fonte dei dati: Katona hőseink e Kriegsarchiv (d’ora in poi KA) 1937/162.

4. caporale 4 Honved Illés Koszta figlio di Lazar e Vema, nato nel 1898 Temes (Ungheria) morto il 25.10.15 ospedale campo 009 Medea. Fonte dati: El. Cad. s. cam. M.d.G. n° d’ordine 918, I. pag. 20. Librum Defunctorum Medea: Caporale Illis Koszta figlio di Lasaz e Vema Illes di Temes (Ungaria), di anni 27, morto a Medea ospedale militare 009, il 25 ottobre 1915 e sepolto il 26 ottobre a Medea, morto per ferita, Hamillus Coerezza Cappellano militare, atto di morte 153/1915

Atto di morte di Illés Koszta, dalla parrocchia di Medea Atto di morte di Illés Koszta, dalla parrocchia di Medea

5. sold 17 Honved Kivedel János figlio di Ianos nato nel 1895 a Feher (Ungheria) morto il 31.7.16, osp. Campo 060 Medea. Fonte dati: El. Cad. s. cam. M.d.G. n° d’ordine 1307, K. pag. 28.

Luogo di riesumazione Versa, data di morte 31.07.1916, sepolto al Cimitero di Fogliano tomba 1630, fila X, Riquadro C. Fonte dati: Registri Sacrari Onor Caduti.

6. Soldato 43 fanteria Irsivon Teodoro nato nel 1885 e morto il 14.10.16 osp. Campo 95 Medea.

Zsiván Tivadar Vice Capo di Stato Maggiore, cs. és kir. 43. Gyalogezred, 9/43 squadra operai, nato a Boksánbánya, Furluk, Ungheria, contea di Krassó-Szörény, nato nel 1885, di anni 31, morto il 14.10.1916 per lesione, frattura della coscia destra, frattura della parte destra del bacino, all’ospedale militare 95 di Medea, distretto di Gorizia, lungomare, Italia, sepolto a Medea al cimitero militare, di religione greco ortodossa, sposato, contadino. Fonte dei dati: Katona hőseink e KA1937/163 – Verlustliste (d’ora in poi VL) 707/68.

7. soldato 3 Honved Olak Antal figlio di Ferenz nato nel 1877 Megyer morto il 13.10.16 osp. Da campo 91 Medea. Fonte dati: El. Cad. s. cam. M.d.G. n° d’ordine 180, O. pag. 4.

Luogo di riesumazione Versa, data di morte 13.10.1916 sepolto al Cimitero di Fogliano tomba 1632, fila X, Riquadro C. Fonte dati: Registri Sacrari Onor Caduti.

8. Nagy B. Sándor soldato fanteria, HIR. Nr. 3, nato a Hajdúnánás, Ungheria, contea di Hajdú, nel 1895, morto il 21.07.1917, a Medea in Italia. Fonte dei dati: Katona hőseink e VL 675/34.

9. Spring Ágoston fanteria cs. és kir. 61. gyalogezred, sostituito, nato a Nagykárolyfalva, Ungheria, contea di Temes, nel 1877, morto il 16.09.1916 per ferita d’arma da fuoco, all’ospedale n°91 italiano di Medea, lungomare. E sepolto al cimitero militare di Medea. Di religione cattolica romana, bracciante. Fonte dei dati: Katona hőseink e KA_2255_IR61/338.

Bergus Antal, molto probabilmente Beyus Anton - Olak Antal - Ragicestku, molto probabilmente si tratta di Dragicsezku Luca Bergus Antal, molto probabilmente Beyus Anton - Olak Antal - Ragicestku, molto probabilmente si tratta di Dragicsezku Luca

Alcuni di loro vengono sepolti al cimitero militare di Versa come risulta anche dagli elenchi dei sepolti in tale cimitero in questo elenco si trova anche il nome di Buk Thomas che non compare nell’elenco sopra riportato, anche egli indicato come salma proveniente da Medea.

Molto probabilmente si tratta in realtà di Buk Toma morto il 12 novembre 1915 all’ospedale da campo 78 di Visone (in realtà Viscone, paesino non lontano da Medea, dato che nel mese di novembre del 1915 l’ospedale 78 si trovava proprio in questo paese) Fonte dei dati: El. Cad. s. cam. M.d.G. n° d’ordine 3185, B. pag. 67.

Su questo elenco viene inoltre riportato il nome di Ragicestku come salma proveniente da Medea. Trattasi molto probabilmente di Dragicseszku Lukács, presente nell’elenco sopra descritto. Anche se nel Registro dei Sacrari di Onor Caduti è riportato come data di morte il 17 novembre 1916 (anziché 11 novembre), luogo di riesumazione Versa, e sepolto ora al Cimitero di Fogliano tomba 2150, fila IX, Riquadro D, progressivo 11739.

Il cimitero militare di Medea era posizionato lungo la strada che porta da Medea al paese di Versa. Attualmente nel luogo dove era posizionato è presente un centro di addestramento per cani. Il cimitero è stato smantellato negli anni trenta e i soldati qui sepolti sono stati riesumati e portati al Sacrario Militare della III Armata e al cimitero austroungarico di Fogliano.

Medea nel 1917, la cappella votiva accanto al cimitero civile Medea nel 1917, la cappella votiva accanto al cimitero civile

Medea nel 1917, la cappella votiva accanto al cimitero civile, oggi Medea nel 1917, la cappella votiva accanto al cimitero civile, oggi

Sulla strada da Medea a Versa, dove era posizionato il cimitero militare Sulla strada da Medea a Versa, dove era posizionato il cimitero militare

Alcuni pezzi di lapidi del vecchio cimitero militare Alcuni pezzi di lapidi del vecchio cimitero militare

Sul colle di Medea, non lontano dall’osservatorio utilizzato durante la Grande Guerra, è oggi presente un monumento chiamato Ara Pacis Mundi, costituito da 14 pilastri in marmo ravvicinati di un’altezza di 13 metri All'interno si trova l'ara vera e propria, in porfido della Val Camonica, di forma quadrata per una lunghezza di tre metri ed un'altezza di cinque. All'interno di questa ara è stata posta un'urna in legno e bronzo con la scritta Odium parit mortem, vitam progignit amor ("l'odio produce morte, l'amore genera vita"). L'urna contiene le zolle di terra di 800 cimiteri di guerra sparsi nel mondo oltre ad alcune ampolle d'acqua marina prelevate nei luoghi in cui affondarono navi di diverse nazionalità e dove trovarono la morte migliaia di marinai e militari, che dopo la benedizione sull'Altare della Patria a Roma, fu trasferita a Medea dove venne posta il 6 maggio 1951.

Monumento Ara Pacis Mundi Monumento Ara Pacis Mundi

Un ringraziamento particolare a don Federico Basso, parroco di Medea, per avermi concesso la visione dell’archivio parrocchiale di Medea.

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