Durante la ricerca di materiale per la realizzazione di un libro fotografico dedicato a San Martino del Carso da parte del Gruppo Speleologico Carsico di San Martino, ci siamo imbattuti in un 'immagine che ci ha incuriosito molto.
La cappella di Santa Barbara
(fondo archivio storico Dal Molin)
La cappella di Santa Barbara
(fondo archivio storico Dal Molin)
La fotografia raffigura una grande roccia in cui inserita un'immagine di Santa Barbara, protettrice degli artiglieri, con una targa in cemento o marmo nella parte superiore. Alla base di questa effige è posto un inginocchiatoio in legno sopra un getto in cemento.
Abbiamo ritenuto che il luogo rappresentato nella foto fosse nella nostra zona ed il signor Ruggero Dal Molin che ci ha dato le foto ha detto che provengono da uno dei suoi numerosi album ungheresi, dal quale molte delle foto presenti sono state scattate tra San Martino, il monte San Michele ed il Vallone. Successivamente una fotografia è stata mandata, per richiederne informazioni al nostro amico e ricercatore ungherese Pinter Tamàs, il quale ci ha riferito di aver già sentito parlare di questa cappella e ci ha promesso che ci avrebbe mandato qualcosa a riguardo.
Alcuni giorni dopo Tamàs ci ha mandato alcuni brani di un diario dell' Arciduca Joseph in cui si racconta appunto di questa cappella e di dove era posizionata.
3 marzo 1916: Salgo da Devetaki su Brestovec, la cima con altezza 209 metri per vedere i fortini dell’artiglieria. Là ho visto il colonnello Braun, comandante della brigata dell’artiglieria. Dalla piccola casa sulle pittoresche rocce si apre un panorama splendido. A fianco, c’é una piccola cappella aperta e scolpita dentro in una roccia con l’immagine di Santa Barbara, che é la patrona degli artiglieri. Dopo che mi sono informato sulla situazione del gruppo Braun, ritorno sulla via ripida al Vallone.
17 maggio 1916: Arrivo da Crnci e vado al fortino di Brestovec a quota 209 metri. Faccio alcune discussioni con il colonnello Braun accanto alla cappella di Santa Barbara. La cappella é stata creata (incisa) da Braun nelle rocce. Torno al Vallone sul sentiero ripido e scivoloso
Nei giorni a seguire il gruppo si è attivato per individuare il luogo, approfittando del fatto che in questo periodo la vegetazione è meno rigogliosa, e dopo alcune ore di ricerca, esso è stato individuato proprio nel settore del Brestovec a quota 209 come descritto nel diario dell'Arciduca.
La cappella di Santa Barbara come si presenta oggi
(foto GSC)
La base in cemento come si presenta oggi
(foto GSC)
Un'ulteriore sorpresa è stato il ritrovamento su un lato della grande roccia di due rientranze che ci hanno fatto intuire che a quel tempo erano presenti anche altre lapidi.
Le rientranze su un lato del masso
(foto GSC)
L'emozione del ritrovamento ci ha spinto a raccogliere più informazioni possibili a riguardo. E' stato così che alcuni soci visionando un ingrandimento della targa hanno ritenuto di riconoscere qualcosa già visto presso il museo della Grande Guerra di Gorizia.
Abbiamo misurato le rientranze sulle rocce e siamo andati al museo alla ricerca delle lapidi. Abbiamo così ritrovato la lapide posizionata sopra l'immagine di Santa Barbara e le altre due che purtroppo non si vedono nelle foto d'epoca, esse sono esposte presso il Musei Provinciali di Gorizia in Borgo Castello nella sala ove sono esposte altre lapidi ritrovate sulle zone del fronte isontino.
La lapide con la preghiera a Santa Barbara presso il museo di Gorizia
(foto GSC)
Traduzione della preghiera a Santa Barbara:
Santa Barbara, aiuta i Tuoi figli a Te devoti, porta al bersaglio i nostri proiettili, guida il loro percorso sibilante, rafforza la guardia sull'Isonzo e mostra all'amico di un tempo come per fedeltà e parola noi qui adempiamo il nostro dovere
Una delle altre lapidi al tempo presenti presso la cappella che si trova presso il museo di Gorizia (foto GSC)
Una delle altre lapidi al tempo presenti presso la cappella che si trova presso il museo di Gorizia (foto GSC)
Un grazie particolare a Pinter Tamás, Dorottya Németh, Ruggero Dal Molin, Pierluigi Lodi e Paolo Pollanzi per la collaborazione e a tutti i soci del gruppo che hanno partecipato all'importante ritrovamento.
Autore: Gianfranco Simonit
Gruppo Speleologico Carsico (GSC)
Museo Grande Guerra di San Martino del Carso
(facebook: ricordi della grande guerra San Martino del Carso)