I miei antenati nell'esercito della Monarchia Asburgica

2011.08.31. 07:11 :: Nagy Háború szerkesztőség

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Mio nonno, Simonit Felice (Felix) nacque il 14 maggio 1894 a Romans (oggi Romans d’Isonzo), un paesino nella Contea Principesca di Gorizia e Gradisca che dal 1500 faceva parte dell’Impero Asburgico.

Il littorale Austriaco con il confine, Italia – Impero Austroungarico Il littorale Austriaco con il confine, Italia – Impero Austroungarico

Nel 1900 questa è una terra di frontiera, a pochi chilometri c’è il confine con l’Italia e la gente è di lingua italiana e slovena. Questa terra è conosciuta anche come Litorale austriaco o Küsterland (terra sulla costa). E’ con l’Istria e la Damazia lo sbocco al mare dell’impero Asburgico. I confini in questo territorio sono da sempre terreni di scontro tra differenti popolazioni anche negli anni a seguire. Oggi altri confini, questa volta tra Slovenia e Italia sono ancora a pochi chilometri da Romans ma dalla parte opposta ai vecchi confini tra Italia e Impero Asburgico. Nel 1914 mio nonno stava facendo la leva militare da qualche anno a Gorizia presso il III battaglione del 27° reggimento quando nel mese di giugno a seguito dell’attentato di Sarajevo cominciano i primi venti di guerra.

Domenica del Corriere dell’attentato di Sarajevo Domenica del Corriere dell’attentato di Sarajevo

Nel luglio 1914 anche sui muri delle case di Romans comparvero i manifesti del richiamo alle armi in lingua italiana, la lettera D in alto a sinistra stava ad indicare la lingua italiana in cui viene stampato il comunicato.

Manifesto esercito Austroungarico di richiamo alle armi in lingua italiana Manifesto esercito Austroungarico di richiamo alle armi in lingua italiana

Mio nonno fu mandato sul fronte della Galizia con il KK Landwehr Infanterie Regiment Nr. 27 che faceva parte del III Corpo d’Armata , 22° Divisione, 44° Brigata. Il reggimento nel corso della guerra cambiò nome e diventeò il 2°Gebirgsschützen-Reggimenter (truppe da montagna). Il distintivo da berretto del reggimento riporta l’immagine del camoscio dalle corna d’oro "Zlatorog", simbolo ripreso da una fantastica fiaba slovena.

Distintivo da berretto del 2° reggimento Gebirgsschützen Distintivo da berretto del 2° reggimento Gebirgsschützen

Mio nonno partì dalla stazione di Sagrado verso Lubjana il 27 luglio 1914. Già un mese dopo si trovò a combattere nella battaglia di Zlòkzov.

La battaglia di Zlòkzov fine agosto 1914 La battaglia di Zlòkzov fine agosto 1914

Dopo questa offensiva Russa partecipò ad altre offensive lungo questa parte del fronte di cui sto attualmente ricercando notizie. Durante una ricerca presso l’Österreichisches Staatsarchiv di Vienna sono riuscito a trovare un documento in cui è riportato che nel giugno del 1916 mio nonno è stato ricoverato presso l’ospedale militare universitario che si trova presso la struttura della Rotunde di Vienna.

Documento attestante ricovero presso Rotunde di Vienna Documento attestante ricovero presso Rotunde di Vienna

La Rotunde di Vienna era una struttura nata per l’esposizione universale del 1873 e adibita ad ospedale per convalescenti durante il Primo conflitto mondiale, fu distrutto da un incendio devastante nel 1937. Allego una foto della struttura principale e la foto di un distintivo da berretto austroungarico venduto durante la guerra per raccogliere fondi per i convalescenti.

La Rotunde di Vienna in una foto del 1900 La Rotunde di Vienna in una foto del 1900

Distintivo da berretto della Rotunde Distintivo da berretto della Rotunde

La Rotunde si trovava dove attualmente c’è il Prater di Vienna. Mio nonno durante la permanenza al fronte rimane congelato ad un piede e venne ricoverato alla Rotunde e non ritornò più al fronte. Le conseguenze del congelamento al piede non gli permetteranno più di camminare correttamente per il resto della vita. Dopo questa convalescenza venne mandato come soldato non abile al combattimento presso il campo profughi di Wagna, attualmente in Stiria ai confini con l’Ungheria. Al campo di Wagna venivano mandate tutte le popolalazione del Kusterland che durante il 1915 furono invase dalle truppe italiane che si avvicinarono al fronte del Carso. A Wagna il nonno prese servizio presso una delle cucine del campo. Di questo periodo posseggo l’unica foto del nonno in divisa con il berretto recante le lettere che molto probabilmente indicano Baracken-lager Wagna.

Simonit Felice (a destra nella foto) con un altro soldato in uniforme Simonit Felice (a destra nella foto) con un altro soldato in uniforme

Durante questo periodo mio nonno incontra una ragazza che era stata evacuata da un paese vicino a Romans a causa dell’invasione dell’esercito italiano e anche perché il fronte era troppo vicino al paese. Il paese è Ronchi, vicino al monte Sei Busi. A questa ragazza mio nonno dava delle razioni di cibo più abbondanti sia per lei che per la sua famiglia. Visse nel campo per oltre un’anno e nel mese di novembre del 1918, alla fine della guerra, fece ritorno Romans che era ormai passato sotto il dominio italiano, ma la ragazza conosciuta a Wagna non potè fare ritorno al suo di paese perché era completamente distrutto e le autorità italiane non volevano che la gente per di più di fede austriaca facesse ritorno. Mio nonno allora, il mese sucessivo ritornò a Wagna e la sposò e così la portò a Romans, nelle sue terre, e da lei ebbe 6 figli. Quella ragazza si chiamava Trevisan Lucia, mia nonna.

Il giorno del matrimonio a Wagna nel 1918 Il giorno del matrimonio a Wagna nel 1918

Nella foto il giorno del loro matrimonio a Wagna nel inverno del 1918. Nel 1968 festeggiò i sui 50 anni di matrimonio, nella foto che allego ci sono i nonni con i miei genitori, io e mia sorella.

Romans d’Isonzo 1968, 50° anniversario di matrimonio Romans d’Isonzo 1968, 50° anniversario di matrimonio

Mio nonno morì nel 1971. Io purtroppo ero troppo piccolo e non ho avuto la possibilità di farmi raccontare la sua storia durante quella guerra, così adesso sto cercando di ritrovarla.

Anche il mio bisnonno della famiglia di mia madre combatte sempre sul fronte della Galizia con l’esercito Austroungarico ma di lui purtroppo non sono mai riuscito finora ad avere nessun risultato dalle mie ricerche. So solo che faceva parte di un reggimento di artiglieria. Il mio Bisnonno si chiamava Cumin Giovanni Battista era nato a Gradisca nel 1874 e di lui l’unica foto che posseggo è quella che allego.

Il mio Bisnonno Cumin Giovanni Battista Il mio Bisnonno Cumin Giovanni Battista

Anche lui, come il mio nonno paterno ebbe la fortuna di fare ritorno a casa.


Autore: Gianfranco Simonit

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