Recupero portale del Schonburgtunnel da parte del Gruppo Speleologico Carsico di San Martino del Carso

2015.07.03. 16:45 :: GianfrancoSimonit

magyar

Alla fine del 1995 alcuni soci del Gruppo, appassionati della storia della prima guerra mondiale, si incontrarono a San Martino del Carso per esaminare alcune fotografie risalenti a quel periodo storico che riguardavano l'area del monte San Michele nei primi mesi sucessivi alla conquista italiana del monte (le fotografie risalgono nel periodo settembre ottobre del 1916).

Due fotografie in particolare ci colpirono, poichè raffiguravano molto evidente l'ingresso di una galleria, costituito da due grosse mura in cemento che sorreggevano un imponente portale su cui si leggeva chiaramente l'iscrizione: "FJB7 Schonburgtunnel, febbr. 1916".

foto tratta da un album di un ufficiale italiano dopo la conquista del monte San Michele (estate 1916) foto tratta da un album di un ufficiale italiano dopo la conquista del monte San Michele (estate 1916)

foto tratta da un album di un ufficiale italiano dopo la conquista del monte San Michele (estate 1916) foto tratta da un album di un ufficiale italiano dopo la conquista del monte San Michele (estate 1916)

A quel'epoca l'esistenza di tale manufatto era ignota, e dunque decidemmo di procedere a una ricerca sul campo per vedere se era possibile individuare il sito e possibilmente qualche reperto.

Ottenuta l'autorizzazione del Demanio militare che ha competenza sull'area monumentale del monte San Michele grazie all'interessamento del colonnello Armando Di Giugno, a quel tempo direttore del Sacrario militare di Redipuglia, procedemmo ad una accurata ricognizione dell'area che si presentava oltremodo boscosa ed accidentata. I nostri sforzi vennero alla fine premiati: tra la cima 2 e la cima 3 del monte, tra una fitta vegetazione, rinvenemmo traccia dei massicci sostegni del portale.

inverno 1995 ritrovamento segni del portale nella vegetazione inverno 1995 ritrovamento segni del portale nella vegetazione

Il sucessivo scavo permise di liberare ulteriormente il manufatto ma sopratutto di recuperare il portale, che si presentava frammisto ai detriti e spezzato in varie parti. La sua distruzione, probabilmente era dipesa dall'opera di raccolta dei materiali ferrosi portata avanti a partire dal primo dopoguerra dai recuperanti locali, non diversamente da quanto accadeva con i forti degli Altipiani, la struttura venne distrutta verosibilmente per recuperare il ferro che ne costituiva l'armatura di sostegno. Non ci spaventammo davanti a tale distruzione ma al contrario decidemmo di rinnovare i nosti sforzi al fine di recuperare l'intera struttura. Tutti i pezzi del portale vennero recuperati, mentre nel contempo per effetto del lavoro di scavo si liberò parzialmente lo stretto corridoio che portava all'interno della caverna.

inverno 1995 ritrovamento reperti del portale inverno 1995 ritrovamento reperti del portale

inverno 1995 ritrovamento reperti del portale inverno 1995 ritrovamento reperti del portale

 

 

1996 fasi della ricostruzione del portale 1996 fasi della ricostruzione del portale

Questo lavoro impegnò vari soci del nostro Gruppo per vari mesi nel 1996, e nel novembre di quello stesso anno, dopo aver terminato il lavoro di ricostruzione, si potè eseguire il rilevamento della galleria.

rilievo planimetrico della cavena rilievo planimetrico della cavena

Nello stesso tempo apparve chiara l'importanza strategica che il manufatto rivestiva per la difesa del monte da parte dell'esercito austro-ungarico. Lo Schonburgtunnel è situato tra cima 2 e cima 3 della zona Sacra del monte San Michele, in area demaniale nel comune di Savogna d'Isonzo. Presenta due ingressi, uno rivolto a sud con il portale adesso ricostruito e l'altro a nord-ovest, protetto anteriormente da un nido di mitraliatrice. Quest'ultimo ingresso si trova alla sommità del Canalone Tivoli e forniva all'osservazione austro-ungarica un buon punto di controllo nei confronti delle sottostanti prime linee italiane. Su una parete di questo ingresso si rileva una iscrizione poco decifrabile, probabilmente opera di un soldato di stanza in quel luogo.

iscrizione all'ingresso nord-ovest della caverna iscrizione all'ingresso nord-ovest della caverna

Oggi la galleria è parzialmente interessata da un riempimento detritico. Nella sua estensione originaria misura 40 metri di lunghezza e presenta due rami laterali interni di cinque metri ciascuno. Nell'inverno del 1915, dopo la quarta offensiva dell'Isozo, soldati facenti parte del 7° reggimento Feldjaeger costruirono il portale e lo dedicarono al loro comandante, principe Alois di Schonburg-Hartenstein, che probabilmente stabilì il suo comando in quello stesso luogo. Nel corso del 1916 il tunnel venne usato anche da reggimenti ungheresi che facevano parte della 20 ° divisione Honved, troverete altri articoli in questo blog che vi racconteranno alcune vicissitudini a riguardo. Nel agosto del 1916 quando nel corso della sesta offensiva dell'Isonzo, con la presa di Gorizia, il monte e l'intero primo fronte carsico venne abbandonato non senza gravissime perdite da parte dell'esercito austro-ungarico. Con la ricostruzione del portale e con la messa in sicurezza del sito, che oggi può essere visitato insieme ad altre testimonianze storice dell'area del monte San Michele e del vicino paese di San Martino del Carso, abbiamo voluto ricordare la presenza di migliaia di soldati di nazionalità austriaca ed ungherese e di popoli che costituivano il grande impero austro-ungarico che si avvicendarono nella difesa del monte, che combatterono duramente e sopportarono una sanguinosissima guerra di trincea di cui noi oggi ci possiamo rendere conto anche grazie ai documenti e ai reperti che ancora esistono sul terreno e che devono essere conservati e valorizzati quali segni della nostra storia.

 

 

inverno 1996 il portale ricostruito inverno 1996 il portale ricostruito

schizzo del 1916 tratto dal libro  schizzo del 1916 tratto dal libro "Magyar ezredek a Doberdó-fennsík védelmében"

E dunque anche il nostro lavoro, che ha portato alla luce un ennesimo "segno" della Grande Guerra, vuole servire a ricordare gli uomini che , da una parte e dall'altra del fronte, abbandonarono le loro case e i loro affetti per venire a combattere e morire fra queste pietre una guerra che molto probabilmente nessuno di loro voleva. Vorrei inoltre ricordare una frase di Biró Rozália, Vice-borgomastro di Nagyvàrad, che alcuni mesi fà fece visita al nostro museo a San Martino del Carso, inserita nel bellissimo libro "Magyar ezredek a Doberdó-fennsík védelmében" , che credo rappresenti correttamente lo spirito della nostra associazione, "vi siano in ogni tempo fra i viventi persone che considerino loro compito e missione custodire ogni più piccolo tassello del mosaico del passato e tenere viva la memoria"

(articolo di Simonit Gianfranco)

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